Ben lontani dall’avere qualcosa in comune con il famoso crack finanziario dell’omonima banca, i Lehmann Brothers prendono il loro nome da Lehmann Avenue, New York, dove si trovava il piccolo garage dove cinque studenti di musica condividevano la loro comune passione per la musica Afro-Americana. Influenzati dalla musica di Prince, Ghost-Note e D’Angelo, questi ragazzi francesi rivisitano a loro modo i jazz-funk degli anni 70, instillandoci variazioni provenienti da hip-hop, house e new soul.
Una miscela esplosiva che non prevede cover all’interno del loro repertorio: con tre EP al loro attivo, portano nei loro spettacoli solo brani originali, composti dai membri fondatori della band, il chitarrista Alvin Amaizo, il bassista Clement Jourdan e il tastierista e cantante Julien Anglade. Ad accompagnarli una incandescente sezione ritmica.
Con questa sezione supportata dai fiati, è difficile non lasciarsi catturare dal loro repertorio che trasforma i concerti in una irresistibile groove-machine. Non è un caso che nonostante la loro giovane età abbiano già aperto concerti per mostri sacri del calibro di Maceo Parker, Fred Wesley e il Wu-Tang Clan.