“F***ing amazing!” – Jeff Beck / “A REALLY good player” – Gary Moore / “So amazing!” – Beth Hart
“Killer!” – Kenny Wayne Shepherd / “Unbelievable!” – Richie Kotzen
Quando senti commenti simili come quelli appena riportati, pronunciati direttamente da alcuni dei più rispettati artisti in ambito blues/rock/soul degli ultimi anni, capisci che devono aver sentito qualcosa di speciale. Ben Poole è al momento una delle novità del panorama blues rock più interessanti a livello globale.
Cresciuto circondato da strumenti musicali – il padre era un musicista – all’età di nove anni elegge la chitarra quale suo strumento prediletto. Comincia a suonare in ambito scolastico e la sua prima folgorazione è per Jimi Hendrix. Ben ricorda che fu proprio l’ascolto di Jimi Hendrix a fargli scattare la scintilla per quella che sarebbe poi diventata la sua professione. All’università si rende conto che una laurea in storia non è ciò che vuole e si concentra solamente sulla sua carriera da musicista. Si fa notare subito per i suoi live elettrizzanti: dopo essersi costruito una fan base, la rivista specializzata “Total Guitar” lo segnala tra i chitarristi “da tenere d’occhio” nel 2010. Due anni dopo partecipa all’European Blues Challenge a Berlino, nel quale si piazza al terzo posto. Da quel momento in poi la sua carriera decolla: viene eletto “Best Newcomer” dalla rivista Blues Matters! e incide il suo album di debutto – Let’s Go Upstairs – prodotto dal vincitore del Grammy Isaac Nossel.
Oggi Ben Poole, a soli 32 anni, è uno dei giovani Bluesman europei più quotati, grazie ai suoi concerti in venue leggendarie come la Royal Albert Hall di Londra, e la sua presenza stabile nei più importanti festival Blues e Rock europei come il Glastonbury Festival e il Download Festival.